Festival della Scienza

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Comunicato stampa Etnomedicina

Genova, 30 ottobre 2012. Salute e malattia nelle diverse culture. Ovvero modi (e mondi) diversi di intendere la medicina. L’Università di Genova presenta la mostra Stregoni aristotelici e scienziati indigeni – Mo(n)di della cura, alla Commenda di Pré in piazza della Commenda 1 (da lunedì a venerdì 10-17, sabato e festivi 10-19). Una esposizione che è un viaggio tra culture diverse, proprio accanto alla via più multietnica della città. Per coronare i festeggiamenti dei 500 anni di insegnamento medico a Genova. “In una città dove convivono diverse culture – commenta Manuela Arata, presidente del Festival della Scienza – mi auguro che la collezione Scarpa, che si trova in via Balbi in un luogo poco valorizzato, trovi una collocazione definitiva perché potrebbe essere un museo molto attrattivo in una città a vocazione culturale e scientifica”. La mostra allestita alla Commenda di Prè, con il contributo della Fondazione  Carige,  ha l’obiettivo valorizzare una realtà che rappresenta una vera eccellenza a livello nazionale: Il Museo universitario di Etnomedicina Scarpa, in via Balbi 4. Dove sono conservati oggetti, strumenti, farmaci, materiale iconografico e filmati raccolti durante le sue missioni da Antonio Scarpa (1903-2000), instancabile viaggiatore che ha percorso i cinque continenti per quasi sessant’anni. E ha raccolto oggetti provenienti da oltre cento gruppi umani legati alle diverse tradizioni mediche del mondo. La collezione - unica nel suo genere a livello internazionale - è stata ordinata secondo un criterio diacronico, nel rispetto della cronologia degli itinerari compiuti dallo studioso tra il 1938 e il 1992. La mostra alla Commenda, dunque, ripercorre gli studi di Scarpa sulle medicine tradizionali dei diversi popoli. È una testimonianza preziosa di un sapere medico in via d’estinzione, che ricostruisce, attraverso gli svariati rimedi terapeutici, culture e variegate rappresentazioni del mondo: dall’Africa sub-sahariana all’America Latina, dalla Cina all’India. “Questa mostra – spiega Antonio Guerci, curatore del percorso - vuole essere un assaggio della conoscenza dei sistemi medici di alcune popolazioni del pianeta. Un iniziale tragitto teorico descrive sinteticamente le rappresentazioni delle malattie, e il loro significato, in diverse culture. Ma poi c’è una parte esperienziale nella quale il visitatore si immerge in prima persona all’interno di un mondo umano e dei suoi modi di lenire le sofferenze”. La mostra, poi, sottolinea anche l’attualità di alcune soluzioni terapeutiche, richiamando l’attenzione degli specialisti su principi attivi, o su semplici ma efficaci procedimenti che, per quanto strani possano apparire, risultano degni di attenzione.
 

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