Festival della Scienza

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Comunicato stampa Inaugurazione

Genova, 25 ottobre 2012. Prende il via con un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’alluvione dello scorso anno e si chiude con i bambini del coro multietnico Lollipop che intonano “Imagine” di John Lennon, questa decima edizione del Festival della Scienza dedicata, appunto, all’Immaginazione. Proprio quell’immaginazione “che offre al mondo la possibilità di cambiare – ha esordito il presidente del Festival della Scienza Manuela Arata – questa è un’edizione speciale, non solo perché si celebrano i dieci anni della grande kermesse scientifica, ma anche perché è dedicata alle vittime delle alluvioni che l’anno scorso hanno colpito lo spezzino e Genova, proprio il 25 ottobre e il 4 novembre. I giorni che aprono e chiudono il Festival”. Europa protagonista (appena insignita del Nobel per la Pace), ma anche giovani, ricerca, lavoro: perché questo è un Festival che guarda al mondo, come ha sottolineato il sindaco Marco Doria, intervenuto in Sala del Maggior Consiglio, con il pubblico che si assiepava davanti all’ingresso: “Questo evento è il prodotto dell’intelligenza umana, serve alla nostra società. Ed è proprio il rapporto con lo spazio urbano l’idea forte del Festival: Genova è onorata di ospitarlo e ha sempre contribuito alla sua realizzazione”. L’omaggio, poi, va ai giovani e ai tanti animatori: “Le persone impiegate al Festival dimostrano che intelligenza e capacità in questo momento sono le carte migliori che abbiamo da giocare, per rafforzare il rapporto tra economia e società. E questi giorni sono un’occasione per pensare in modo critico e intelligente”. “Questo è il festival di tutti – ha commentato il direttore del Festival Vittorio Bo - dai bambini agli scienziati. Di Genova, dell’Italia, del mondo. Un momento di grande incontro, dedicato all’Europa proprio nell’anno in cui è stata premiata con il Nobel per la Pace: una grande intuizione avuta con molto anticipo. E poi, questa sarà un’edizione caratterizzata sempre più da grande interdisciplinarietà: si spazia dall’architettura, con l’ospite d’eccezione Renzo Piano per la prima volta al Festival, alla filosofia e all’etica”. All’inaugurazione si affacciano temi di attualità, come la condanna a sei anni agli scienziati che all’Aquila non hanno saputo prevedere il terremoto (“terremo un dibattito durante il Festival su questo tema”, ha annunciato Manuela Arata), e poi sul futuro della città, il polo scientifico degli Erzelli, la crisi che morde. Per uscirne, ci vorrà immaginazione, tanta. Ma almeno per undici giorni, tutto sarà possibile.
 

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